domenica 16 marzo 2014

Rientro. La prima volta.

Avevamo lasciato da poco la casa circondariale, e pensavamo all'incontro con il direttore. Il fatto è che nel 2002 avevamo lavorato con il CDT, ovvero il Centro Detentivo Terapeutico. C'erano molti reclusi ammalati di AIDS, all'epoca. Già, l'AIDS: la peste degli anni '80. Nel ventennio che precedette il nostro primo lavoro in carcere, infatti, sembrava che il mondo sarebbe potuto estinguersi, sotto la minaccia della "peste" dell'amore! Si invitavano i ragazzi a stare attenti, a non pensare subito ad un incontro, a non socializzare troppo in fretta: dovunque, ma davvero dovunque, si nascondeva il germe del contagio ! E si susseguivano le storie: un'infermiera era stata invasa dal sangue di un infetto, mentre lo trasportavano in barella; un tossico era entrato in farmacia, minacciato con la siringa sporca la commessa, ritirato i farmaci (e i soldi) che voleva; due ragazzi, dopo un bacio (!!) prolungato si erano visti ammalati....Insomma, questo era il mondo dell'AIDS. E io e Francesco ci apprestammo, in quell'ormai lontano 2002, a fare un film con i detenuti ammalati di AIDS! Ma questa era acqua passata...Adesso, il direttore dell'OPG ci proponeva un progetto: magari sul teatro, che so, sulla recitazione, insomma, fate voi. Eh, no! Siamo professionisti, alla fine. Per il cinema, abbiamo girato ovunque: in Italia come in Europa, fatto centomila riprese, alcune buone, altre meno, ma tutte degne di essere viste, altroché! Ma ora, quello che mancava era l'ispirazione...Il carcere. Sant'Eframo. L'OPG. Primo, dovevamo mettere in fila questi avvenimenti. Infatti, anticamente, c'era il manicomio criminale. Poi, c'è stata la trasformazione in "Ospedale Psichiatrico Giudiziario", infine, dalla storica dimora di Sant'Eframo, i reclusi sono stati trasferiti al Penitenziario di Secondigliano....Avevano tolto l'area CDT, e creato un nuovo reparto. Era tutto come prima. Ma i detenuti, adesso, erano...internati.

Nessun commento:

Posta un commento